Battaglia di San Romano (vassoio) 120x150 - olio su tela, 1976-83
In questa opera l’artista rende omaggio a Paolo Uccello e si misura con la sua famosa battaglia, della quale offre un’interpretazione per così dire “domestica” e ad un tempo universale. La genesi dell’opera, che copre il lungo periodo in cui Morago matura la sua vocazione all’astratto (per quanto tale termine non esaurisca la complessità della sua poetica), incentra in un vassoio il suo pretesto ed il suo nucleo tematico. Denotato in basso e a destra dalla cornice nera e dai cerchi impressi dai bicchieri, tale vassoio è ripreso dall’alto e nella sua forma menziona per campiture rettangolari la tavola sulla quale è stato lasciato dopo la cena. Il caos della “battaglia” conviviale tematizza il felice ed inaspettato richiamo al clangore di colori e sensazioni, armi e umori, suoni e rumori della battaglia di S. Romano. Ma Morago ne reinventa la narrazione: i bianchi, i grigi, gli ocra e gli interventi color sabbia assicurano un’atmosfera privata e morbida mentre le forme circolari e quadrangolari paiono muoversi ed incontrarsi, scontrandosi in dinamica azione. La natura specifica dell’evento, dunque, superando una logica di riservatezza, si universalizza. Tra i versi di un casalingo ed epico canto, il tavolo si trasfigura in una scacchiera su cui avviene lo splendido accordo, tutto esistenziale, tra l’agonismo ufficiale e montante delle forme e la delicatezza conciliante delle tonalità e delle velature.
Mauro Fantinato